Descrizione
La crisi del primo dopoguerra, le leghe socialiste, il biennio rosso, la reazione fascista, gli agrari, il regime. E i cattolici? Quale ruolo ebbero Chiesa e Partito Popolare nelle vicende della provincia di Ferrara di quegli anni in cui – come scrisse La Domenica dell’Operaio nel 1920 – i minuti valevano decenni?
Interrogativi che trovano finalmente in questo lavoro una esauriente risposta. Il PPI e le organizzazioni sindacali bianche riuscirono a guadagnarsi uno spazio tra la borghesia cittadina e i ceti intermedi delle campagne in una provincia prima dominata dal massimalismo socialista e dalle leghe rosse, poi caduta, nel giro di poche settimane, nel vortice della violenta reazione delle squadre di camicie nere. Il Partito Popolare visse a Ferrara sempre nell’ombra di Giovanni Grosoli, ma per tutto il suo breve cammino, una forte corrente sturziana ne animò il dibattito e ne condizionò le posizioni. L’assassinio di don Giovanni Minzoni, che di quella corrente faceva parte, non fu un episodio isolato ma l’apice di una lunga serie di atti di intimidazione e violenza contro quei cattolici ferraresi, sacerdoti e laici, che non volevano piegarsi al fascismo. Il volume è corredato di un’ampia appendice documentaria.
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