Descrizione
“Derrida e gli atti linguistici” e’ il titolo di un doppio problema, che coinvolge allo stesso tempo una riflessione sullo statuto del linguaggio interna al pensiero di Jacques Deridda e la ricostruzione storico-filosofica dei rapporti che tale pensiero ha intrattenuto con la filosofia analitica anglo-americana. Questo volume tenta dunque di ordinare – non in successione estrinseca, ma in costante e mutuo dialogo – i diversi suggerimenti tematici che il titolo raccoglie. In primo luogo, a partire dalla filosofia del linguaggio di Austin, affronta la questione dello statuto politico degli enunciati detti “performativi”, e la rapporta alla critica decostruzionista di nozioni come intenzione autorale, primato del soggetto, riferimento e verita’. In secondo luogo, ricostruisce analiticamente l’esempio piu’ clamoroso e paradossale di rapporto intercorso tra due tradizioni – continentale e anglo-americana – che per lungo tempo si sono apparentemente ignorate: il confronto tra Derrida e Searle sull’eredita’ austiniana. Infine, indagando una prospettiva che si collochi oltre la polemica con Searle, procede a un ampliamento del confronto, attraverso una proposta interpretativa di quell’ipotetico rapporto tra Derrida e Wittgenstein che negli anni recenti ha suscitato – particolarmente all’interno del mondo accademico anglo-americano – un interesse insolitamente vivo.
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