Descrizione
La riflessione sul bello espressa dal platonismo nel corso delle sue lunghe e complesse vicende rappresenta sicuramente un capitolo fondamentale della storia di questa nozione nel mondo antico. Da Platone e Plotino, tale riflessione si snoda lungo un percorso che pu? essere definito dall’ordine alla vita. Inizialmente, in Platone, il bello è armonia delle parti, e in questa accezione collega tra loro diversi ambiti, della natura come delle arti umane. In un secondo momento, sempre in Platone, esso assume un nuovo significato come espressione, più o meno esplicita, dell’essere di natura ideale genericamente inteso. Con tale significato la nozione del bello sopravvive nel platonismo successivo, fino ad avere una nuova, significativa reinterpretazione ad opera di Plotino: nel sistema plotiniano il bello coincide con evidenza con il valore dell’intera realtà ideale; d’altronde rappresenta anche la traccia dell’Uno, cio? del principio di un’energeia indeterminata che solo successivamente si autodetemina nelle forme della realtà ideale. Come riflesso di un simile principio, il bello assume un volto sconosciuto a Platone, il volto mobile del vivente; il suo fascino, che ha dell’ineffabile, si sostituisce alla chiarezza della semplice idea platonica, decretando così la fine di un modello estetico durato per secoli.
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