Descrizione
La morte difficile. Oggi concepita come orrore, assurdità, sofferenza inutile e penosa, come mancanza di vita, la cancellazione che ci si augura sia rapida e indolore. In che modo affrontare l’ultima delle esperienze umane? Come assistere e vivere il percorso verso la non-vita? Quale ruolo attribuire alla morte nella visione scandalosa della sofferenza? Quando rassegnarsi all’idea, quando accanirsi per combatterla? Come rapportarsi al morente dal punto di vista psicologico, etico, umano?
Un libro che cerca di sondare le risposte a queste ed altre domande, ponendosi lo scopo della formazione psicologica ed etica di coloro che per motivi sanitari o personali assistono i morenti. La psicologia del rapporto medico-morente è sviluppata in un confronto con la letteratura e l’esperienza clinica internazionale sull’argomento. La tesi originale dell’Autore si fonda sull’immedesimazione con la condizione esistenziale di ciascun morente, per riscoprire il senso della lotta contro la morte, per ritrovare l’essenza della vita proprio quando viene a mancare, quando se ne annuncia la fine.
Una ricerca che attraverso l’enunciazione delle principali teorie sulla “pacificazione” fra l’uomo e la morte (E. Kubler-Ross, M. De Hennezel, G. Jonas, … ), e la descrizione di esperienze cliniche e personali, affronta la dimensione psicologica, scientifica, umana, religiosa delle principali questioni che da sempre attendono l’uomo, offrendo una solida base per il personale medico e un valido sostegno a tutti coloro che accompagnano i propri cari verso la fine. I ritratti in chiaroscuro delle “facce contro la morte”, i volti che combattono contro ogni destino, ricordano che la mortalità appartiene all’uomo da sempre e sempre gli apparterrà, ritrovando le ragioni per lottare ogni volta di nuovo, poiché ognuno è non solo una vita, ma “la vita”. In ogni vita la vita intera…
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