Descrizione
Questi saggi, introdotti dal grande affresco di Louis van Delft sul frammento, esplorano i confini e le configurazioni di un genere che spesso si presenta anche in testi “allotri” di diversissima tipologia. Si prospettano dunque incontri inediti con la storiografia (Edoardo Tortarolo) e la poesia dell’area anglofona (Morag Harris). Harald Fricke e Ralph Muller studiano le linee di demarcazione rispetto alla ‘pointe’, Vivetta Vivarelli le divergenze fra Lichtenberg e Cartesio, Roger H.Stephenson presenta un’originale lettura di Goethe. La sezione dedicata al Novecento si incentra su Wittgenstein (Thomas Stolzel), su Ernst Junger diarista e aforista (Hans Schumacher), sul fenomeno della Exilaphoristik (Klaus Weissenberger) e sui dizionari aforistici nelle letteratura della lingua tedesca dopo il 1968 (Friedemann Spicker). La sezione intermedia – da Marianne Ehrmann contemporanea di Lichtenberg (Urs Meyer) all’aforisma nella prosa di Marie von Ebner-Eschenbach (Paola M. Filippi) – culmina nel trittico dedicato da Ursula Isselstein, Luisa Penthaler e Silvia Noceti a Rahel Levin Varnhagen, ebrea berlinese che e’ figura cruciale nei rapporti con “generi letterari minori”. Scoprire l’esistenza di una aforistica al femminile e’ uno dei non minori piaceri offerto dalla lettura di questo libro.
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