Descrizione
Questo è un libro su persone che leggono libri. Al mare, sulla spiaggia. Uno dei riti più solari e silenziosi praticati
dall’uomo, il leggere, in uno dei luoghi assurti a emblema contemporaneo della folla, dell’in-discrezione, del vociare, dell’urlio, dell’inquinamento globale, uno dei primi territori occupati dal popolo del “cafoni” nella loro inarrestabile marcia di conquista. Eppure il paradosso funziona. Corpi seminudi di lettori soli, a coppie, a gruppi spogliano libri e giornali dei loro abbigliamenti eccessivi: parole. Queste immagini sono frutto di un reportage nel quale l’intento è quello di sorprendere e congelare, nell’attimo della sua massima espressività, quel movimento continuo di gesti e situazioni corporee che appaiono dinnanzi agli occhi di chiunque si reca su di una spiaggia in una giornata d’estate, e che corrispondono a una ben precisa e particolare condizione in cui si vengono a trovare alcuni bagnanti vacanzieri: e qui si incontra il primo paradosso di questo libro: l’azione che si consuma e della quale si vuole fermare l’attimo tanto sfuggente quanto rappresentativo, è in realtà una “non-azione”, una situazione della massima staticità. Si tratta
di sorprendere, nel generale movimento della spiaggia, persone assorte nella lettura. Eppure queste immagini nel loro “taglio”, nel loro linguaggio, non sono immagini statiche.
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