Descrizione
Nei discorsi del neoliberismo e in quelli dei suoi critici socialdemocratici o di “terza via” tende a scomparire la considerazione dell’esperienza della compassione che ciascuno di noi è in grado di sentire di fronte a chi soffre derivandone la responsabilità incedibile di aiutarlo.
Il volume raccoglie una proposta di intervento che consiste nell’anteporre la dimensione etica (del faccia a faccia, della responsabilità individuale per chi soffre ogni volta che egli ci si presenti in persona chiedendo aiuto) da una parte, alla dimensione tecnica (giudicata in base alla sua efficienza ed efficacia misurate secondo standard oggettivi e non “giudicata” da chi riceve l’aiuto); e dall’altra, alla dimensione della giustizia (cioè del calcolo che soppesa le possibilità della realtà in relazione ai bisogni dei singoli). Ne deriva un modo nuovo di affrontare l’assistenza psicologica nelle situazioni critiche e nel trauma, caratterizzata da una rivalutazione della sopportazione e della pazienza, concepite non in contrapposizione alle tecniche collaudate d’aiuto, ma come “base etica di esse”.
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