Descrizione
STUDI E STRUMENTI “Sono come quando
ho scritto la prima volta” su una lettera dispersa di Boine a Papini – di
Andrea Aveto Lorenzo Viani 1905-1915. Primi articoli di amici – Nicoletta
Mainardi La letteratura poliziesca e del mistero ambientata a Firenze.
Contributo per un itinerario di ricerca – Marco Villoresi NOTE
Materiali montiani per la “Proposta”: i fondi di Forli’ – Maria Maddalena
Lombardi Mario Moretti e Luigi Orsini: un carteggio – Antonio
Castronuovo Carteggio Marino Moretti – Bonaventura Tecchi
(1929-1968) SCHEDE Simonetta Santucci – Gloria Minghetti – Elena
Gagliardi – Pantaleo Palmieri – Davide Gnola – Monia Bucci – Federico Francucci
– Nicoletta Leone NOTIZIE Manuela Ricci.
LA LETTERATURA POLIZIESCA E DEL MISTERO
AMBIENTATA A FIRENZE. CONTRIBUTO PER UN ITINERARIO DI RICERCA. Di Marco
Villoresi Leggendo il prezioso vademecum di Massimo Carloni, “L’Italia
in giallo. Geografia e storia del giallo italiano contemporaneo” pubblicato
nel 1994, scopriamo che, tra le varie realta’ territoriali e sociali degne
di far sfondo, per cosi’ dire, alle trame di un poliziesco, la Toscana e, in
particolare Firenze risultano avere un ruolo piuttosto modesto, confermando,
del resto, quanto gia’ era emerso, e in modo ancor piu’ netto, dalla prima
autorevole sintesi sul giallo italiano firmata nel 1979 da loris Rambelli e
uscita presso l’editore Garzanti. Carloni ricorda due romanzi di
Fruttero&Lucentini – “Il palio delle contrade morte” (1983) ambientato nel
senese, ed “Enigma in luogo di mare” (1991), che si svolge in un’area
residenziale situata sulla costa meridionale della Toscana – e “Le mosse
sbagliate” (1986) di Paolo Levi, la cui azione si dipana tra Pisa e Genova.
Poi, molto succintamente, in una mezza paginetta, lo studioso si sofferma
sull’opera di Nino Filasto’, il cui primo romanzo poliziesco, “La tana
dell’oste”, vince il premio Alberto Tedeschi nel 1986, e di Magdalen Nabb,
che esordisce con “Death of an Englishman” nel 1981; infine rimanda in
nota ad altri due titoli: “Ve lo assicuro io” (1980) di Alberto Eva e
“Troppo bella per vivere” (1987) di Domitilla Drinna, alias Linda de
Martino. C’e’ da domandarsi se quello che ci viene presentato e’ un
quadro esaustivo o suscettibile di una qualche integrazione; e se magari
oggi, a distanza di qualche anno dalla pubblicazione del libro di Carloni,
le cose debbano dirsi un po’ cambiate, ovvero che anche la Toscana e
Firenze, al pari di altri contesti italiani, possano trovare comodamente
spazio nell’ambito dell’odierna letteratura poliziesca offrendo scenari
attraenti e credibili per storie gialle. Tuttavia, credo che per dare una
risposta criticamente piu’ convincente a questi interrogativi sia doveroso
provare a rintracciare – e se ci sono valutare – in un arco cronologico piu’
divaricato le certificazioni narrative di una Firenze piu’ segreta e
torbida, a tinte gialle o noir. Cosi’ seguendo parimenti le trasformazioni e
gli sviluppi della citta’, si potra’ ripercorrere ed illustrare un
itinerario storico e letterario assai curioso ma, come vedremo, al tempo
stesso abbastanza lineare e per certi aspetti scontato, il punto di partenza
ci riporta indietro nel tempo di circa un secolo e mezzo, quando anche in
Italia si diffuse la passione per i “Misteri”, una particolare e
fortunatissima formula romanzesca. Piu’ o meno negli stessi anni in cui
Edgar Allan Poe scriveva qui racconti, presto noti in Europa grazie alle
traduzioni di Charles Baudelaire, che hanno creato gli archetipi del genere
poliziesco regalandoci i primi intrecci enigmatici e presentandoci Auguste
Dupin, principe degli investigatori cerebrali, nel panorama
letterario europeo si affermano i primi abbozzi del romanzo
sociale.
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