Descrizione
Un filo rosso corre lungo il testo: la centralità dell’uomo nell’attuale processo quotidiano di costruzione delle realtà organizzative. In questo senso, il modello weberiano della pubblica amministrazione come «organizzazione senza uomini» segna il passo. L’uomo di nuovo attore degli spazi organizzativi che crea e utilizza per regolamentare la propria esistenza in società, con il suo portato emozionale, sentimentale, relazionale. In effetti, come ricorda in apertura di prefazione Enzo Spaltro, «il discorso relazionale è stato il grande assente nella gestione di tutte le strutture pubbliche». Una logica dei sentimenti a cui, tuttavia, l’organizzazione post-burocratica difficilmente potrà sottrarsi, di fronte, sostiene ancora Spaltro «all’emergere di una società benestante, quindi più esigente, più soggettiva…». In questo processo tutto umano il ruolo della formazione ritrova sapore e credito, quale azione orientata alla crescita dell’attore sociale.
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