Descrizione
Negli ultimi anni del Duecento, Bonincontro Guastavillani e il figlio Villano coordinavano gli interessi di famiglia, concentrati nella bassa pianura bolognese, dalla residenza urbana che l’avo Guastavillano aveva scelto qualche decennio prima, al momento di lasciare il contado, attratto com’era dalle opportunità offerte dalla vita e dai mercati cittadini. Padre e figlio, proprietari terrieri e attivissimi allevatori di bestiame, introdussero allora nell’organizzazione dell’azienda familiare un elemento di grande innovazione amministrativa, affidando ad un gruppo di notai di loro fiducia la redazione di un registro di contabilità, il cui scopo era rendere agili e funzionali il controllo e la gestione degli ormai numerosissimi contratti che legavano ai Guastavillani allevatori e contadini delle terre a ridosso del Reno. Il Libro dei conti (1289-1304), di cui offriamo l’edizione, oltre a rappresentare un esempio assai raro per la sua tipologia documentaria nel panorama delle fonti bolognesi coeve di ambito privato, apre uno scenario ricchissimo su temi di grande spessore, quali l’economia rurale e i rapporti fra città e contado, l’allevamento e la locazione del bestiame da lavoro, l’ascesa vorticosa dei ceti mercantili e creditizi nella società cittadina; ma anche su argomenti solo apparentemente marginali, come l’apicoltura e lo sfruttamento dei prodotti da essa derivati.
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