Descrizione
Intimamente inquieto e insoddisfatto, lontano e isolato, anche per scelta, rispetto ai maggiori centri di produzione culturale ed editoriale, non soltanto Milano, Torino, Napoli e Firenze, ma anche Bologna, città nella quale aveva studiato, seguendo il magistero di Carducci e Acri, Serra tenta nelle “Lettere” di “fare ordine” nel panorama letterario contemporaneo all’altezza del 1914, prendendo posizione nell’atto stesso di attribuire agli altri una posizione. Nel farsi critico che si rivolge ad un pubblico non più soltanto provinciale, Serra si presenta con la maschera del “cronista” e accanto ad essa, con quella, già altre volte indossata, dell’esemplare in via di estinzione di umanista, formatosi alla scuola dei classici.
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