Descrizione
I recenti anni Settanta e la pedagogia: ovvero l’“esplosione” di una crisi e il decollo di un “cambiamento”. Ma verso quale cambiamento? Verso una concezione critico-radicale, etico-antropologica, “grande politica” della pedagogia, capace di riaffermare, a pieno titolo, la propria radice filosofica. Verso una pedagogia (e un’educazione) che potenzi la “differenza” – il pluralismo e l’alterità – e si costruisca attraverso la “logica della differenza” – la criticità e l’utopia. Verso una sfida rivolta all’uomo, alla cultura, alla società e ai valori tipici dell’Esistente, per progettare, invece, il Possibile, il Diverso, il Più-degno e il Non-ancora. Attraverso la ricostruzione di alcuni itinerari emblematici – da Bertin a Pasolini, dalla Becchi a Fachinelli, dalla Lumbelli a Jervis –, il volume delinea il modello teorico comune a queste diverse posizioni di pedagogia radicale, mostrandone anche la complessa genesi storica e la sensibile attualità.
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