Descrizione
John Hawkwood fu certamente il più famoso mercenario nell’Italia del Trecento. Nato in Inghilterra verso il 1320, molto probabilmente si addestrò alle armi nella cosiddetta «Guerra dei Cent’anni» che contrappose Francia e Inghilterra fra Tre e Quattrocento. Approdato poi in Italia agli inizi degli anni Sessanta combatté per Pisa, per Milano, per il papa, per Padova e infine per Firenze che gli tributò quella venerazione e quegli onori poi trasformatisi in mito nei secoli successivi. Hawkwood entrò così nella leggenda con la fama di cavaliere nobile e generoso.
In realtà, come dimostra questo volume di William Caferro, tale fama non fu che un’amplificazione propagandistica concepita in chiave patriottica dalla storiografia umanistica fiorentina e mai più rimessa in discussione nel corso dei secoli. Hawkwood fu capace, come tutti i capitani dell’epoca, di particolari cinismo e ferocia. Superò poi tutti i suoi colleghi nell’abilità a procurarsi denaro e ricchezze con ogni mezzo, e la sua astuzia lo rese uno degli uomini più ricchi del suo tempo.
La dimensione economica ebbe dunque un ruolo di primissimo piano nella storia del mercenariato trecentesco e nel rapporto che esso intrattenne con le città-stato italiane, le cui risorse vennero progressivamente impoverite dalle guerre molto più di quanto non si sia percepito fino ad oggi. Hawkwood, che morì a Firenze nel 1394, fu però anche un eccellente stratega: lo provano le limpide vittorie sul campo a Cascina (1369), a Rubiera (1372), a Montichiari (1373) e, soprattutto, a Castagnaro (1387).
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