Descrizione
Il presente volume si colloca accanto al precedente studio Immagini allo specchio: traduzioni e traduttori agli inizî del Novecento nel tentativo di porre le basi per una storia della traduzione italiana. Si è sondato e ricostruito l’ambiente culturale e letterario nel quale si sono mossi due traduttori della medesima opera, il Joseph Andrews di Henry Fielding, ma appartenenti a diversi periodi storici: Giovanni Antonio Pedrini nel Settecento, che operava in contemporanea all’autore originario, e Giorgio Melchiori, due secoli dopo. Oltre all’analisi comparata delle due traduzioni, si è approfondito il ruolo della traduzione nel Settecento e nella seconda metà del Novecento: a livello linguistico la
traduzione del Joseph Andrews segna una tappa importante nella letteratura e nella lingua italiana avendo introdotto per la prima volta un genere nuovo che avrebbe modificato definitivamente la nostra prosa. Altra tipologia traduttiva analizzata secondo i medesimi criterî
è stata la traduzione di un testo destinato al doppiaggio: Hamlet di Laurence Olivier ad opera di Gian Gaspare Napolitano. Si sono poste in evidenza le diverse esigenze avvertite dal traduttore, in questo caso obbligato a tener conto di tre fattori fondamentali: il rapporto con l’opera teatrale quale era stata interpretata da Olivier, la successiva sincronizzazione del testo scritto alla voce del doppiatore e il pubblico a cui il film era destinato.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.