La strage della Rocca: “Ricostruiamo l’eccidio e anche le distorsioni”
Mattia Brighi, perche indagare questi due particolari episodi?
“Perché sull’omicidio di Iolanda Gridelli e sull’eccidio della Rocca, a parte qualche ricerca locale e parziale, c’è un vuoto storiografico e fino ad oggi hanno preso il sopravvento narrazioni divulgative e romanzate. Nella maggior parte delle occasioni in cui sono stati toccati da ricerche territoriali sono stati tratti da memorie delle famiglie delle vittime o dall’associazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. Quindi memorie di parte che, per ragioni personali o ideologiche, mostrano solo una visione dei fatti.”
L’eccidio è avvenuto l’8 maggio del ’45 che coincide con la capitolazione della Germania nazista. Una data scelta simbolicamente per una resa dei conti?
“Non lo sappiamo. Ciò che possiamo dire è che è avvenuto alla Rocca, luogo che dopo il 25 luglio del ’43 e nell’immediato dopoguerra ha visto scorrere molto sangue. Prima degli antifascisti e dei partigiani, dopo dei reduci della RSI e dei fascisti di ritorno dal nord Italia. Un luogo simbolico intriso di dolore.”
Chi erano i 17 uomini uccisi nella cella dov’erano rinchiusi?
“Erano fascisti che dopo la caduta della RSI tornavano alle loro case, quasi tutti provenienti dal nord Italia dove avevano seguito i tedeschi in fuga con l’avanzamento del fronte. Erano persone di estrazione differente e di diversa provenienza, tra loro la metà erano cesenati. Di tutti loro abbiamo cercato di ricostruire la biografia così come abbiamo indagato l’identità delle diverse persone coinvolte a vario titolo in questa storia. Compresa Iolanda Gridelli, la giovane uccisa alla Rocca nel pomeriggio dello stesso giorno alla presenza di una nutrita folla, con l’accusa di essere una spia fascista.”
Perché sostenete che siano stati uccisi da “un gruppo di individui armati” e non dai partigiani?
“Perché questo non è appurato. Le carte processuali non identificano i colpevoli. Quello che possiamo dire è che l’azione che porta all’eccidio […]
Elide Giordani (il Resto del Carlino – quotidiano), intervista Mattia Brighi, coautore del libro “Anatomia di una strage”.